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Creatività

TAPPETO LAVORATO AL TELAIO IN PIGNOLI DI LANA TINTI CON COLORI NATURALI

Ci sono prodotti talmente belli che al primo colpo d’occhio trasmettono la maestria e la dedizione che la loro realizzazione richiede: il tappeto lavorato al telaio in pignoli di Piobbico è uno di questi.

La lavorazione della lana al telaio era un “affare” da donne e si può immaginare risalga al basso medioevo quando in questi territori fece la comparsa questo strumento fondamentale per la produzione di lenzuola, coperte, abiti e tendaggi (XIII-XIV secolo). Le artigiane piobbichesi si dedicavano a filatura e tessitura, in particolare dei tradizionali tappeti di lana: anche la tintura dei tessuti era parte del processo produttivo e avveniva con colori naturali estratti da piante del posto come il guado che venivano coltivate sulle colline circostanti. La materia prima utilizzata era la lana grezza, ricavata dalla tosatura di pecore locali e tinta a seconda delle scelte artistiche delle artigiane. Una volta tosata la pecora, la lana cardata si trasformava nel famoso “pignolo”, una sorta di soffice batuffolo allungato che veniva incastrato nell’ordito del telai tra fili di cotone: da qui iniziava la creazione della trama con la sua decorazione originale. Ogni fase della produzione di questi tappeti era opera del territorio: dalla materia prima alla creatività, dalla commissione allo strumento di lavoro. Anche i telai infatti venivano realizzati dagli artigiani locali che si approvvigionavano del legno di noce, acacia, quercia o gelso di cui il Monte Nerone era ricco. Le tecniche di tessitura e filatura nei secoli si sono evolute per dare spazio a processi produttivi certamente più agevoli e proficui, ma qui la realizzazione dei tappeti in lana ancora oggi si fa come un tempo: rocche, telai e “bioccoli” di lana sono all’opera ancora oggi, a Piobbico, in un piccolo laboratorio artistico artigianale nel cuore della città dove questa tradizione è ancora viva e assume la forma di bellissimi tappeti, davvero unici.

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